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Disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare presentano come risultato un alterato consumo di cibo con una compromissione significativa della salute fisica o del funzionamento psicosociale.

Anoressia nervosa

L’Anoressia nervosa è caratterizzata da 3 aspetti fondamentali:

  1. persistente restrizione nell’assunzione di calorie, rifiutando di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica;
  2. intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi (che non è di solito attenuata dalla perdita di peso), oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso;
  3. presenza di una significativa alterazione della percezione di sé relativa al peso e alla forma del corpo.

Il livello di autostima è grandemente influenzato dalla percezione della forma e del peso corporeo. La perdita di peso può facilmente essere vista come un’importante conquista ed una prova d’incredibile autodisciplina; l’aumento di peso invece può risultare un’inaccettabile mancanza di autocontrollo.

Le implicazioni mediche del proprio stato di malnutrizione spesso non sono riconosciute. Il semidigiuno dell’anoressia nervosa e le condotte di eliminazione che talvolta l’accompagnano, possono condurre a condizioni mediche significative e potenzialmente pericolose per la vita.

Sono comuni disturbi fisiologici come l’amenorrea e la perdita di densità minerale ossea. Spesso sono presenti condotte ossessivo-compulsive, collegate o meno al cibo e umore depresso con irritabilità, insonnia, ritiro sociale e diminuito interesse sessuale.

Bulimia Nervosa

La Bulimia Nervosa è caratterizzata da tre aspetti essenziali:

  1. ricorrenti episodi di abbuffate;
  2. ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie (ad esempio vomitare) per prevenire il conseguente aumento di peso;
  3. enfasi eccessiva rivolta alla forma e al peso del corpo, tanto da diventare di importanza estrema per autovalutarsi e determinare i livelli di autostima.
  4. Per giustificare la diagnosi, gli episodi di abbuffata e le condotte compensatorie inappropriate devono verificarsi minimo una volta alla settimana per almeno 3 mesi.

Per “episodio di abbuffata” s’intende il mangiare, in un determinato periodo di tempo (un periodo limitato, in genere minore di 2 ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone assumerebbe nel medesimo lasso di tempo e in situazioni analoghe.

L’eccesivo consumo di cibo deve essere accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo, il non riuscire a smettere di mangiare una volta cominciato.

L’abbuffata spesso continua fintantoché non ci si sente fastidiosamente, o addirittura dolorosamente, pieni ed è associata ad una emozione negativa. Chi soffre di bulimia nervosa tipicamente rientra nei limiti di peso normale o di sovrappeso, raramente è obeso.

Disturbo da binge-eating

Il disturbo da binge-eating è contraddistinto principalmente da ricorrenti episodi di abbuffata, che devono verificarsi, mediamente, almeno una volta a settimana per 3 mesi. Ogni episodio di eccessivo consumo di cibo è associato alla sensazione di perdere il controllo e ad un marcato disagio, con la presenza delle seguenti caratteristiche:

  • mangiare molto più velocemente del normale;
  • mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
  • mangiare da soli, segretamente, nascondendosi per l’imbarazzo e la vergogna;
  • mangiare grandi quantità di cibo anche se non si ha fame;
  • sentirsi in colpa, disgustati verso se stessi o depressi.

L’antecedente più comune ad una abbuffata è un’emozione negativa.

Si può verificare anche un senso di estraniamento durante o subito dopo gli episodi di abbuffata.


Dott.ssa Angela Todaro
Psicologa Psicoterapeuta Analista Transazionale

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